Gaetano Salvemini (1873-1957) fu uno storico e politico antifascista italiano. Dopo essersi laureato in Lettere a Firenze, iniziò la carriera accademica come professore di storia a Pisa e poi a Firenze. Salvemini aderì alla corrente meridionalista e federalista del Partito Socialista Italiano, con posizioni economiche di socialismo liberale. Fu un assiduo collaboratore della rivista la “Voce” di Firenze e nel 1911 fondò “L’Unità”, che diresse fino al 1920 e dove fu una delle voci di spicco a favore intervento italiano nella Prima guerra mondiale, posizione che rivide deluso sul finire della guerra. Eletto deputato nel 1919, si schierò contro Mussolini nel 1922 e fu uno dei firmatari del Manifesto degli Intellettuali antifascisti di Benedetto Croce del 1925. Fu arrestato a Roma nel 1925, e si rifugiò prima in Francia, successivamente negli USA ad Harvard, dove ottenne la cattedra di storia della civiltà italiana, e la cittadinanza statunitense nel 1943. Tornato in Italia nel 1949, riprese l’insegnamento all’università la lotta politica a favore di una visione laica della vita e del riformismo democratico. In una sua lettera del 1903 Salvemini ricorda il suo soggiorno al Palmerino nell’autunno del 1896 appena laureato, raccontando di aver conosciuto Mabel Price e di aver discusso la questione siciliana.
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