top of page

Eugene Lee Hamilton


Eugene Lee Hamilton (1845-1907) fu fratello da parte di madre di Vernon Lee. Poliglotta come la sorella, dopo gli studi all’Università di Oxford, dal 1869 lavorò in qualità di attaché del servizio diplomatico inglese presso le ambasciate di Francia, Svizzera, Portogallo e Città del Vaticano. Sul punto di essere trasferito in Argentina, lo colse una grave forma di paralisi di origine neurologica che lo allettò per vent’anni, precludendogli una vita normale.


Fu in questo periodo che iniziò a comporre versi, delicati e squisiti sonetti pervasi di Petrarchismo, ballate romantiche o poesie ispirate da temi classici e anche modernissimi per l’epoca (ad esempio A rival of Fallopius, un vero inno contro la vivisezione) seppure nel pieno rispetto di una scrittura colta e classica.


Dal 1873 visse a Firenze con i genitori e la sorella, per poi trasferirsi a Villa Il Palmerino nel 1889. Qui, accudito dai familiari, continuò a soffrire e a comporre versi, spesso sotto dettatura vista l’impossibilità di articolare alcun movimento. Nonostante ciò, in questi decenni dell’ultimo Ottocento, maturò per la sua opera poetica la stima e il riconoscimento di molti colleghi e nel 1894 Oscar Wilde volle personalmente fargli visita al Palmerino e Henry James dovrà a una conversazione con Eugene il soggetto di un suo famoso libro, The Aspern Papers. Infatti, nonostante le precarie condizioni di salute, mantenne sempre vivo il contatto con poeti e letterati. Tra gli italiani, ricordiamo Alessandro Arnaboldi, Francesco Protonotari, Mario Pratesi, Giosuè Carducci, Arnaldo Cervesato, Giovanni Pascoli, Enrico Nencioni.


Dopo la morte della madre nel 1896, Eugene Lee Hamilton, per uno strano destino, tornò a nuova vita. Ripresosi dalla paralisi fisica, viaggiò negli Stati Uniti ove incontrò la scrittrice Eliza Annie Holdsworth (1860- 1917) e dopo il matrimonio a Firenze nel 1898, vissero a Villa Benedettini, poco lontano dal Palmerino. La breve vita della loro figlia Persis (1902-1904), azzerò la sua voglia di vivere.


Scrisse oltre dieci libri di poesia, di cui l’ultimo, Mimma Bella, edito postumo per volontà della moglie Annie, è dedicato alla figlia prematuramente scomparsa. Si cimentò pure nella traduzione dell’Inferno di Dante Alighieri (1898) e del Purgatorio (inedito, Colby University Archive) che L’Associazione Culturale Il Palmerino ha promosso in un convegno internazionale nel 2021.


Ancora oggi, all’Università di Oxford, si tiene un premio di poesia intitolato a Eugene Lee Hamilton:




bottom of page