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Susan Duca

Newport, Stati Uniti e Gangi Sicilia
Dal 2007


Cutouts of Nature: Signs of Human Presence

Le visite di Susan sono oramai stagionali e si ripetano dall’inizio della nostra storia con un continuo rinnovamento. Talvolta sono soggiorni brevi, giusto per ricaricarsi, altre volte invece ha compiuto delle residenze più lunghe nelle quali è sempre stata una risorsa attiva per l’associazione.


Attraverso la sua macchina fotografica il suo occhio scopre il Palmerino e i suoi dintorni dietro le quinte, tra le pieghe del tessuto meno apparente ma presente all’occhio sensibile. Susan cerca le tracce del quotidiano lavoro dell’uomo e della natura, i punti dove questi “momenti” s’incrociano o dove l’abbandono umano diventa una risorsa per la natura a spingersi oltre.


Scherzando durante la mostra di una delle sue raccolte dedicate al Palmerino le avevamo detto: tutto quello che cerchiamo di nascondere negli anfratti, il disordine che ancora non siamo riusciti a risolvere, tu lo scovi e lo metti in mostra… sei davvero una cara amica! Susan ridendo con il suo magnifico e contagioso sorriso e ci aveva detto … ma io sono una fotoreporter ed è più forte di me questo taglio fotografico, i miei primi scatti li ho fatti nelle strade di New York e come studente ho lavorato come ricercatrice alla Magnum Photos, non riesco proprio a essere una fotografa descrittiva.


Versatile e soprattutto instancabile entusiasta, Susan ci ha seguito in tutti i nostri eventi più importanti, diventando così naturalmente la nostra fotografa ufficiale, suggellando con i suoi scatti i momenti più salienti e arrivando sempre al momento giusto e al posto giusto, quasi per magia. Difficile essere obiettivi tanto siamo diventati amici e tanto lei ci conosce profondamente. Il suo mondo piano piano è diventato famigliare anche a noi e ci ha insegnato a guardare con il suo occhio e la sua sensibilità quello che ci circonda e che rimarrebbe altrimenti muto.



Al Palmerino nel 2016 abbiamo anche ospitato in ottobre la mostra Stitches on a timeline che Susan aveva realizzato in giugno a Gangi in Sicilia, la patria dei suoi avi, insieme ad una giovane poetessa e amica Noemi Iacovitti, abbinando a ogni fotografia una poesia che intreccia i suoi passi e l’eco dei suoi versi nei vicoli solitari e sui paesaggi infiniti.


Mentre aspettiamo di realizzare una grande mostra del suo primo progetto fotografico italiano Stop, Run and Play, forse il più importante, perché Susan dal 2000 al 2008 ha seguito annualmente sin dalla prima elementare una classe della Scuola Città Pestalozzi, documentandone i progressi nel gioco e nello studio. Questa sua indagine non ha perso negli anni la grande espressività e la forte comunicazione di armoniosa libertà che accompagnava la crescita di questi ragazzi.


Riproporlo dopo tanti anni ci darà la possibilità di parlare di educazione, di sviluppo organico con l’ambiente immersivo in cui i bambini si trovano e dell’importanza del movimento, valori in cui crediamo entrambi.


Dalle sue parole: “L'ispirazione che sento quando apro il cancello è senza tempo. Ho la libertà di creare con la curiosità di un esploratore”



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